Obiettivi del Laboratorio
Il Laboratorio basa dunque la propria attività sul presupposto culturale che la produzione dello spazio fisico è intrinsecamente connessa alla qualità delle relazioni socio-ecologiche ed economiche proprie di ciascuna organizzazione territoriale, e che in alcuni territori critici, come quello siciliano, tali relazioni sono pesantemente influenzate da specifiche organizzazioni criminali. I paesaggi derivanti dall'influenza di tali organizzazioni possono quindi essere trasformati solo se si scardinano i meccanismi che definiamo mafiogeni, termine che sintetizza le condizioni culturali che consentono alle organizzazioni sommerse di controllare il territorio e operare su esso condizionandone i connotati ambientali e le dinamiche socio-economiche.
Obiettivo delle attività del laboratorio è quindi indagare se, e come, è possibile far emergere le relazioni deviate, e il modo in cui esse influenzano la produzione di paesaggi. Il laboratorio si propone di sperimentare strumenti operativi che possano indagare, sintetizzare e comunicare le dinamiche mafiogene attraverso un’analisi critica del paesaggio.
Nello specifico, ci siamo interrogati su come gli aspetti etici, invisibili agli occhi, abbiano potuto e possano influenzare il mondo del tangibile, cercando di capire quali fossero gli aspetti etici sottesi agli aspetti estetici in contesti critici, nel paesaggio urbano di Librino e rurale della Valle del Simeto).
Una Proposta di Metodo
Dopo una fase preliminare in cui sono stati tracciati i quadri culturali di riferimento, si è lasciato ampio margine agli studenti di auto-organizzarsi. Dato il carattere innovativo del laboratorio, il gruppo di lavoro si è costituito in maniera orizzontale e, a seguito di alcuni dibattiti, ha deciso di concentrarsi sulla messa a punto e sulla sperimentazione concreta di quattro strumenti d’indagine atti a esplorare il fenomeno mafiogeno attraverso approcci disciplinari integrati, per consentire a studenti con diverse specificità e competenze di poter interagire, fornendo contributi diversi tra loro. In particolare, stati individuati i seguenti strumenti di lavoro: la rassegna stampa, la mappatura tematica, i sopralluoghi e le interviste.
Il gruppo di lavoro ha esplorato le dinamiche urbane (Librino) e rurali (Valle del Simeto) producendo le seguenti riflessioni.
Il Laboratorio basa dunque la propria attività sul presupposto culturale che la produzione dello spazio fisico è intrinsecamente connessa alla qualità delle relazioni socio-ecologiche ed economiche proprie di ciascuna organizzazione territoriale, e che in alcuni territori critici, come quello siciliano, tali relazioni sono pesantemente influenzate da specifiche organizzazioni criminali. I paesaggi derivanti dall'influenza di tali organizzazioni possono quindi essere trasformati solo se si scardinano i meccanismi che definiamo mafiogeni, termine che sintetizza le condizioni culturali che consentono alle organizzazioni sommerse di controllare il territorio e operare su esso condizionandone i connotati ambientali e le dinamiche socio-economiche.
Obiettivo delle attività del laboratorio è quindi indagare se, e come, è possibile far emergere le relazioni deviate, e il modo in cui esse influenzano la produzione di paesaggi. Il laboratorio si propone di sperimentare strumenti operativi che possano indagare, sintetizzare e comunicare le dinamiche mafiogene attraverso un’analisi critica del paesaggio.
Nello specifico, ci siamo interrogati su come gli aspetti etici, invisibili agli occhi, abbiano potuto e possano influenzare il mondo del tangibile, cercando di capire quali fossero gli aspetti etici sottesi agli aspetti estetici in contesti critici, nel paesaggio urbano di Librino e rurale della Valle del Simeto).
Una Proposta di Metodo
Dopo una fase preliminare in cui sono stati tracciati i quadri culturali di riferimento, si è lasciato ampio margine agli studenti di auto-organizzarsi. Dato il carattere innovativo del laboratorio, il gruppo di lavoro si è costituito in maniera orizzontale e, a seguito di alcuni dibattiti, ha deciso di concentrarsi sulla messa a punto e sulla sperimentazione concreta di quattro strumenti d’indagine atti a esplorare il fenomeno mafiogeno attraverso approcci disciplinari integrati, per consentire a studenti con diverse specificità e competenze di poter interagire, fornendo contributi diversi tra loro. In particolare, stati individuati i seguenti strumenti di lavoro: la rassegna stampa, la mappatura tematica, i sopralluoghi e le interviste.
Il gruppo di lavoro ha esplorato le dinamiche urbane (Librino) e rurali (Valle del Simeto) producendo le seguenti riflessioni.