22.11.16
Il Corso Paesaggi delle Mafie quest'anno - a.a. 2016/2017 - si dedicherà alla realizzazione di un orto di comunità nel quartiere di San Giovanni Galermo.
Abbiamo iniziato a ragionare sui termini che useremo spesso e su cui ci focalizzeremo.
Definiamo "organizzazione mafiosa" un’organizzazione illegale che ha sviluppato la capacità di condizionare il sistema sociopolitico circostante attraverso l'utilizzo della violenza; il "sistema sociale mafiogeno" è l'humus da cui l'organizzazione mafiosa trae risorse, in un rapporto di interdipendenza di cause ed effetti. Un esempio di semplice interpretazione è quello del classico furto del motorino, che viene depositato, poi smontato e reimmesso nel mercato illegalmente. Chiunque si può ritrovare ad alimentare il sistema anche senza saperlo, nonostante alcuni segni visibili di questo meccanismo - le aree derelitte - siano sotto gli occhi di tutti.
Per approcciarci con consapevolezza al corso si è scelto di fare delle letture preliminari che affrontassero sia l’aspetto ambientale che quello sociale. Abbiamo discusso di quanto sia influente conoscere il pensiero dell’autore e quanto sia importante individuare le domande sottese al testo.
Analizzando i testi, con l’obbiettivo di cogliere queste domande, divisi gli allievi in gruppi, formati da studenti di diversi corsi di laurea - afferenti a discipline umanistiche e tecniche - , siamo arrivati a stilare una lista di domande per ogni lettura:
1. Can Participatory Action Research Deal with the Mafia? A Lesson from the Field (autori: Saija&Gravagno)
-Si può fare un ‘azione partecipata a Catania?
-Può la pianificazione urbana influire sui sistemi consolidati?
-Come la mafia si insinua in contesti critici come l'area fiere a Catania?
-Come si evolve la mafia?
2.Crescere alle mafie (autore: Schermi)
-Quali sono le caratteristiche della vita quotidiana di famiglie inserite in contesti mafiogeni?
-quale ruolo ha la donna nella vita mafiosa?
-Come vengono educati i figli?
-Cos’è la normalità?
-Cosa spinge i pentiti a confessare?
3.Teresa e le altre, M. Armiero
-Perché proprio in Campania?
-Perché sono solo le donne a parlare?
-Quali sono i soggetti collusi con questo fenomeno?
-Quale ricaduta ha sulla società?
Da queste domande abbiamo trovato un filo comune che legasse le domande di ogni lettura e le letture stesse:
1.1 Che tipi di interventi possono spingere a creare ricchezza sociale in contesti difficili?
2.1 Quali dinamiche di genere caratterizzano un'organizzazione mafiosa e, contestualizzato nel nostro intervento, un’organizzazione sociale mafiogena?
Peraltro in ogni scritto è presente una storia, definirne i soggetti ci ha aiutati a capire quale fosse il pretesto del raccontare. Elaborando un’idea critica dello scritto e dell’aspetto predominante che mette in luce, abbiamo individuato il contributo che ognuno potesse dare all’analisi del contesto su cui vogliamo andare a lavorare. I focus si pongono sui seguenti aspetti:
- dinamiche sociali
- dinamiche di cambiamento dello spazio fisico
- interazione fra soggetti e gruppi che creano e interagiscono nello spazio.
Lo schema che meglio descrive questo sistema è la triade Ambiente-Individuo-Società, con cui si definisce il Paesaggio, ai sensi della Convenzione Europea del 2000. Essi si trasformano e influenzano a vicenda.
Abbiamo iniziato a ragionare sui termini che useremo spesso e su cui ci focalizzeremo.
Definiamo "organizzazione mafiosa" un’organizzazione illegale che ha sviluppato la capacità di condizionare il sistema sociopolitico circostante attraverso l'utilizzo della violenza; il "sistema sociale mafiogeno" è l'humus da cui l'organizzazione mafiosa trae risorse, in un rapporto di interdipendenza di cause ed effetti. Un esempio di semplice interpretazione è quello del classico furto del motorino, che viene depositato, poi smontato e reimmesso nel mercato illegalmente. Chiunque si può ritrovare ad alimentare il sistema anche senza saperlo, nonostante alcuni segni visibili di questo meccanismo - le aree derelitte - siano sotto gli occhi di tutti.
Per approcciarci con consapevolezza al corso si è scelto di fare delle letture preliminari che affrontassero sia l’aspetto ambientale che quello sociale. Abbiamo discusso di quanto sia influente conoscere il pensiero dell’autore e quanto sia importante individuare le domande sottese al testo.
Analizzando i testi, con l’obbiettivo di cogliere queste domande, divisi gli allievi in gruppi, formati da studenti di diversi corsi di laurea - afferenti a discipline umanistiche e tecniche - , siamo arrivati a stilare una lista di domande per ogni lettura:
1. Can Participatory Action Research Deal with the Mafia? A Lesson from the Field (autori: Saija&Gravagno)
-Si può fare un ‘azione partecipata a Catania?
-Può la pianificazione urbana influire sui sistemi consolidati?
-Come la mafia si insinua in contesti critici come l'area fiere a Catania?
-Come si evolve la mafia?
2.Crescere alle mafie (autore: Schermi)
-Quali sono le caratteristiche della vita quotidiana di famiglie inserite in contesti mafiogeni?
-quale ruolo ha la donna nella vita mafiosa?
-Come vengono educati i figli?
-Cos’è la normalità?
-Cosa spinge i pentiti a confessare?
3.Teresa e le altre, M. Armiero
-Perché proprio in Campania?
-Perché sono solo le donne a parlare?
-Quali sono i soggetti collusi con questo fenomeno?
-Quale ricaduta ha sulla società?
Da queste domande abbiamo trovato un filo comune che legasse le domande di ogni lettura e le letture stesse:
1.1 Che tipi di interventi possono spingere a creare ricchezza sociale in contesti difficili?
2.1 Quali dinamiche di genere caratterizzano un'organizzazione mafiosa e, contestualizzato nel nostro intervento, un’organizzazione sociale mafiogena?
Peraltro in ogni scritto è presente una storia, definirne i soggetti ci ha aiutati a capire quale fosse il pretesto del raccontare. Elaborando un’idea critica dello scritto e dell’aspetto predominante che mette in luce, abbiamo individuato il contributo che ognuno potesse dare all’analisi del contesto su cui vogliamo andare a lavorare. I focus si pongono sui seguenti aspetti:
- dinamiche sociali
- dinamiche di cambiamento dello spazio fisico
- interazione fra soggetti e gruppi che creano e interagiscono nello spazio.
Lo schema che meglio descrive questo sistema è la triade Ambiente-Individuo-Società, con cui si definisce il Paesaggio, ai sensi della Convenzione Europea del 2000. Essi si trasformano e influenzano a vicenda.
20.12.16
Il 20 dicembre 2016 abbiamo avviato la programmazione del primo incontro che si terrà con le mamme del centro socio-educativo “PUNTO LUCE Save the Children” di Catania il 28 gennaio 2017.
La professoressa Roberta Piazza ha introdotto “gli elementi fondamentali del modello andragogico”, da utilizzare quando si lavora con adulti sia in situazioni formali che non formali o informali. Essi sono:
1) Preparare il discente;
2) Creare un clima favorevole;
3) Pianificare, ovvero, creare un meccanismo per la progettazione condivisa;
4) Diagnosticare i bisogni di apprendimento;
5) Formulare gli obiettivi del programma;
6) Progettare un modello di esperienze di apprendimento;
7) Mettere in atto il programma;
8) Valutare il programma.
L'andragogia è una teoria unitaria dell'apprendimento ed educazione degli adulti. Il termine è stato coniato in contrapposizione a quello di pedagogia, che deriva dal greco παῖςpais, bambino, e ἄγω ago, condurre. Si tratta di un modello incentrato sulla comprensione della diversità di bisogni e interessi di apprendimento degli adulti rispetto ai bambini (cfr. MalcomKnowles). È importante spiegare l'approccio andragogico perché è differente da quello pedagogico. La seguente tabella sintetizza le principali differenze, secondo Knowles.
Confronto andragogia - pedagogia in Knowles
La professoressa Roberta Piazza ha introdotto “gli elementi fondamentali del modello andragogico”, da utilizzare quando si lavora con adulti sia in situazioni formali che non formali o informali. Essi sono:
1) Preparare il discente;
2) Creare un clima favorevole;
3) Pianificare, ovvero, creare un meccanismo per la progettazione condivisa;
4) Diagnosticare i bisogni di apprendimento;
5) Formulare gli obiettivi del programma;
6) Progettare un modello di esperienze di apprendimento;
7) Mettere in atto il programma;
8) Valutare il programma.
L'andragogia è una teoria unitaria dell'apprendimento ed educazione degli adulti. Il termine è stato coniato in contrapposizione a quello di pedagogia, che deriva dal greco παῖςpais, bambino, e ἄγω ago, condurre. Si tratta di un modello incentrato sulla comprensione della diversità di bisogni e interessi di apprendimento degli adulti rispetto ai bambini (cfr. MalcomKnowles). È importante spiegare l'approccio andragogico perché è differente da quello pedagogico. La seguente tabella sintetizza le principali differenze, secondo Knowles.
Confronto andragogia - pedagogia in Knowles
Il professore Filippo Gravagno ha poi puntualizzato alcuni aspetti in merito al primo elemento del modello andragogico, “Preparare i discenti”. In un primo momento, infatti,vi può essere diffidenza tra i soggetti interagenti e ci sono diversi espedienti che è possibile utilizzare. Per esempio, la scrittura veloce (dividersi in gruppi in cui ognuno scrive una frase che sintetizzi cosa ci si aspetta dall'esperienza di apprendimento per poi condividere con tutto il gruppo cosa si è scritto); condividi in coppia (dividersi in coppie, presentarsi al proprio compagno ed elencare, per esempio 3 elementi che si conoscono sul tema in oggetto, nel nostro caso gli Orti di Comunità);mark-up(consiste nel leggere l’elenco degli obiettivi di apprendimento e cerchiare il più importante per se stessi).
Il professore Gravagno ci ha illustrato, inoltre, le parti in cui sarà suddiviso l’incontro da preparare. Queste parti non sono sequenziali ma è necessario farle camminare in modo parallelo. Ha spiegato, inoltre, l’importanza della preparazione e la suddivisione dei ruoli prima dell’incontro, in quantoper poter svolgere un buon lavoro è necessario gestire al meglio le due ore che avremo a disposizione al Punto Luce il 28 gennaio.
1a PARTE
E' molto importante, in questa fase iniziale, mettere in condizioni di parità tutti i soggetti.
2a PARTE
E’ la fase dell’interazione che comprende la conoscenza (del progetto e dei partecipanti) e l’esplorazione dei luoghi affinché tutto il gruppo - paritario - possa lavorare con consapevolezza.
3a PARTE
E’ la fase finale e comprende l’assegnazione dei compiti, alla base del lavoro dei successivi incontri.
Presentazione del progetto
Durante la presentazione è bene conoscere gli interessi che possono spingere le persone a partecipare al progetto e la condizione di volontà di realizzazione. Inoltre è importante decidere il percorso per raggiungere gli obiettivi: obiettivi e percorsi non devono essere imposti ma essere decisi da tutti.
PROGETTAZIONE PRIMO INCONTRO DEL 28 GENNAIO
La durata è di 2 ore e lo scopo è di pianificare il percorso.
Quale percorso occorre intraprendere per portare a compimento gli obiettivi delle diverse parti?
0. CHI SCRIVE IL “VERBALE”? ( FOTO, VIDEO) Alla fine dell’incontro dovrà essere prodotto un documento.
- FOCUS;
- MEMORIA di ciò che abbiamo discusso, del come abbiamo fatto per raggiungere un obiettivo;
- RIELABORAZIONE per ridare significato a quello che abbiamo fatto.
E’ necessario che qualcuno faccia anche foto e qualche ripresa.
1.DESCRIZIONE DEL PERCORSO 15 minuti Per instaurare un rapporto di fiducia.
2. PRESENTAZIONI 45 minuti Serve per la creazione di un clima favorevole. Questo è importante ai fini della creazione di un rapporto fiduciario. Si devono costruire delle attività legate a2 opportunità:
- - E' necessario costruire un nome del gruppo e del progetto in cui tutti si riconoscano per costruire un legame sociale che ci permette di farci convergere.
- Si devono individuare (mappare) anche le competenze che ognuno può mettere a disposizione per la realizzazione del progetto. La ricognizione di queste ci permette di capire che risultati è possibile ottenere grazie al contributo di ciascuno.
3. CONOSCERE I LUOGHI 30 minuti Strumento attraverso cui rafforzare il rapporto e la fiducia.
Le mamme, che conoscono i luoghi del Punto Luce, possono accompagnarci e assumere quindi il ruolo di "guide".
4. ASPETTATIVE & BISOGNI 30 minuti Dopo queste prime attività, ognuno dei partecipanti dovrebbe essere in grado di esprimere aspettative e bisogni legati al percorso di apprendimento con maggiore consapevolezza rispetto al momento iniziale.
Le regole e le modalità attraverso cui condurre questi incontri si devono stabilire insieme!
E', infatti, importante avere sempre chiari i dispositivi relazionali da mettere in atto, che saranno scelti dal gruppo di lavoro. Ad esempio per la fase 2 della presentazione è possibile, dividersi in gruppi di 2, e ricorrere alla creazione di legami di coppia in maniera tale che, dopo un breve scambio, ognuno possa descrivere i bisogni espressi dall’altro. Oppure, per la fase n. 4, è possibile dividersi in gruppi, in cui un portavoce (eventualmente uno studente, per ovviare alla difficoltà che alcune mamme potrebbero manifestare nei confronti della scrittura) raccoglie per iscritto aspettative e bisogni di ogni componente del proprio gruppo e, alla fine dell’incontro, gli esiti si raccolgono e si condividono con tutti facendo emergere eventuali affinità o comunanze di aspettative e bisogni.
Il professore Gravagno ci ha illustrato, inoltre, le parti in cui sarà suddiviso l’incontro da preparare. Queste parti non sono sequenziali ma è necessario farle camminare in modo parallelo. Ha spiegato, inoltre, l’importanza della preparazione e la suddivisione dei ruoli prima dell’incontro, in quantoper poter svolgere un buon lavoro è necessario gestire al meglio le due ore che avremo a disposizione al Punto Luce il 28 gennaio.
1a PARTE
E' molto importante, in questa fase iniziale, mettere in condizioni di parità tutti i soggetti.
- Dobbiamo avere ben chiara la durata dell’incontro, per capire cosa fare, e la durata del tempo da dedicare alle attività. Qualcuno si deve anche prendere carico della responsabilità di far rispettare i tempi.
- Deve definirsi in modo chiaro l’obiettivo e il come deve concretizzarsi questo, cioè si deve stabilire chi deve fare cosa e costruire insieme il motivo dell’incontro.
2a PARTE
E’ la fase dell’interazione che comprende la conoscenza (del progetto e dei partecipanti) e l’esplorazione dei luoghi affinché tutto il gruppo - paritario - possa lavorare con consapevolezza.
3a PARTE
E’ la fase finale e comprende l’assegnazione dei compiti, alla base del lavoro dei successivi incontri.
Presentazione del progetto
Durante la presentazione è bene conoscere gli interessi che possono spingere le persone a partecipare al progetto e la condizione di volontà di realizzazione. Inoltre è importante decidere il percorso per raggiungere gli obiettivi: obiettivi e percorsi non devono essere imposti ma essere decisi da tutti.
PROGETTAZIONE PRIMO INCONTRO DEL 28 GENNAIO
La durata è di 2 ore e lo scopo è di pianificare il percorso.
Quale percorso occorre intraprendere per portare a compimento gli obiettivi delle diverse parti?
0. CHI SCRIVE IL “VERBALE”? ( FOTO, VIDEO) Alla fine dell’incontro dovrà essere prodotto un documento.
- FOCUS;
- MEMORIA di ciò che abbiamo discusso, del come abbiamo fatto per raggiungere un obiettivo;
- RIELABORAZIONE per ridare significato a quello che abbiamo fatto.
E’ necessario che qualcuno faccia anche foto e qualche ripresa.
1.DESCRIZIONE DEL PERCORSO 15 minuti Per instaurare un rapporto di fiducia.
2. PRESENTAZIONI 45 minuti Serve per la creazione di un clima favorevole. Questo è importante ai fini della creazione di un rapporto fiduciario. Si devono costruire delle attività legate a2 opportunità:
- - E' necessario costruire un nome del gruppo e del progetto in cui tutti si riconoscano per costruire un legame sociale che ci permette di farci convergere.
- Si devono individuare (mappare) anche le competenze che ognuno può mettere a disposizione per la realizzazione del progetto. La ricognizione di queste ci permette di capire che risultati è possibile ottenere grazie al contributo di ciascuno.
3. CONOSCERE I LUOGHI 30 minuti Strumento attraverso cui rafforzare il rapporto e la fiducia.
Le mamme, che conoscono i luoghi del Punto Luce, possono accompagnarci e assumere quindi il ruolo di "guide".
4. ASPETTATIVE & BISOGNI 30 minuti Dopo queste prime attività, ognuno dei partecipanti dovrebbe essere in grado di esprimere aspettative e bisogni legati al percorso di apprendimento con maggiore consapevolezza rispetto al momento iniziale.
Le regole e le modalità attraverso cui condurre questi incontri si devono stabilire insieme!
E', infatti, importante avere sempre chiari i dispositivi relazionali da mettere in atto, che saranno scelti dal gruppo di lavoro. Ad esempio per la fase 2 della presentazione è possibile, dividersi in gruppi di 2, e ricorrere alla creazione di legami di coppia in maniera tale che, dopo un breve scambio, ognuno possa descrivere i bisogni espressi dall’altro. Oppure, per la fase n. 4, è possibile dividersi in gruppi, in cui un portavoce (eventualmente uno studente, per ovviare alla difficoltà che alcune mamme potrebbero manifestare nei confronti della scrittura) raccoglie per iscritto aspettative e bisogni di ogni componente del proprio gruppo e, alla fine dell’incontro, gli esiti si raccolgono e si condividono con tutti facendo emergere eventuali affinità o comunanze di aspettative e bisogni.
10.01.17
Pianificazione delprimo incontro “Punto Luce”.
Alla luce dei punti chiave individuati durante il precedente incontro, si è cercato di approfondire e pianificare nei dettagli ogni singolo momento di quello che sarà il primo incontro con le mamme al “Punto Luce”.
(30 minuti)
Alla luce dei punti chiave individuati durante il precedente incontro, si è cercato di approfondire e pianificare nei dettagli ogni singolo momento di quello che sarà il primo incontro con le mamme al “Punto Luce”.
- PRESENTAZIONE IDEA DEL LAVORO (powerpoint)
- Chi siamo (competenze)
- Obiettivi che vogliamo raggiungereassieme
- Contenuti del progetto: ORTO DI COMUNITA’ (volontà di realizzare un orto che sarà mirato principalmente a migliorare le dinamiche relazionali tra individui e tra individuo e territorio)
- Immagini di esperienze (gente che collabora e lavora, cercando di mettere in luce le questioni realmente importanti)
- Esposizione di come intendiamo lavorare: COLLABORAZIONE (uno scambio paritario di idee cercando di far emergere la necessità della partecipazione)
- PRESENTAZIONE DEI PARTECIPANTI
- Stabilire un metodo per disporre a coppia una mamma e un membro del nostro gruppo
- Colloquio tra la mamma e il membro del nostro gruppo: presentazione, competenze, esperienze. (bisogna cercare di capire che ruolo può avere quella mamma all’interno del nostro progetto)
- Ogni coppia si presenta agli altri partecipanti (ogni membro della coppia presenta l’altro): realizzazione di una mappa delle competenze
- Elaborazione del nome del progetto
- PRESENTAZIONE E CONOSCENZA VISIVA DEI LUOGHI
- Mantenendo le coppie, stimolare ogni mamma a farci vedere i luoghi, all’interno del “Punto Luce”, per loro più simbolici.
- Capire come loro vivono e come utilizzano le aree della comunità.
- Capire cosa vorrebbero realizzare e dove secondo loro sarebbe più consono realizzare l’orto.
(30 minuti)
- ASPETTATIVE E BISOGNI ESPRESSI DAL GRUPPO
- Ognuno di noi riporterà al gruppo ciò che è stato detto durante la conoscenza visiva dei luoghi cercando di lasciare spazio alla mamma per esporre i propri pensieri: SOCIALIZZAZIONE
- Cercare di capire come il lavoro verrà portato avanti una volta individuate le loro esigenze
- VERBALE DELL’INCONTRO
- Scrivere su dei cartelloni durante lo svolgimento degli incontri, foto, report, video (con un gruppo di mamme)
31.01.17
L’incontro inizia con una riflessione collettiva sul primo incontro al “Punto Luce” svoltosi sabato 28.01.17.
Emergono 4 PUNTI ESSENZIALI dalla discussione con le mamme e i papà:
Avendo spesso ripetuto l’importanza di porci delle REGOLE, ci chiediamo quali di quest’ultime si ripetano IN OGNI INCONTRO:
Esaminiamo le fasi che avevamo stabilito:
Riguardo ai vari modi per realizzare le idee sopracitate, ricordiamo i temi inerenti sostenibilità ambientale e chiusura dei principali cicli ecologici (riuso e riciclo dei materiali, etc.), educazione alimentare, processi etici di produzione e consumo del cibo.
Abbiamo successivamente trattato la questione del NOME DEL GRUPPO, fase di lavoro che dovrà proseguire nei prossimi incontri al “Punto Luce”. In merito al nome, sono già emerse, da parte degli studenti, due proposte:
Emergono 4 PUNTI ESSENZIALI dalla discussione con le mamme e i papà:
- L’importanza di stare insieme;
- La voglia di concretizzare, portare a termine il progetto;
- L’importanza del divertimento, imparare divertendoci;
- L’ampio consenso dei genitori.
Avendo spesso ripetuto l’importanza di porci delle REGOLE, ci chiediamo quali di quest’ultime si ripetano IN OGNI INCONTRO:
- Decidere l’obiettivo;
- Stabilire tempi e fasi;
- Stabilire le metodologie;
- Stabilire i compiti di ciascun componente.
- Verifica materiale raccolto dall’incontro al “Punto Luce” con i genitori (30 minuti);
- Brainstorming su come proseguire (30 minuti)
- Preparazione dei materiali per il progetto (30 minuti).
Esaminiamo le fasi che avevamo stabilito:
- PRESENTAZIONE DELL’IDEA DI LAVORO – migliorare e specificare i contenuti del progetto, spiegare in maniera più efficace cosa sarà nostro compito realizzare e cosa no;
- PRESENTAZIONE DEI PARTECIPANTI, CONDIVISIONE DELLE COMPETENZE, COSTRUZIONE DEL NOME DEL GRUPPO – lavoro svolto in modo ottimale, continuare i lavori di gruppo aumentando il numero dei componenti da 2 a 3-4, continuare il lavoro per la definizione collettiva del nome del gruppo;
- PRESENTAZIONE/CONOSCENZA/VISITA DEI LUOGHI - fase da rifare per mancanza di foto.
- Fiori (17 post-it);
- Giochi per bambini (15 post-it);
- Orto (11 post-it);
- Panchine (10 post-it);
- Area cucina: barbecue, forno (7 post-it);
- Gazebo (5 post-it);
- Palco per esibizioni (3 post-it);
- Murales (1 post-it);
- Pavimentazione;
- Sport – Relax – Attività varie;
Riguardo ai vari modi per realizzare le idee sopracitate, ricordiamo i temi inerenti sostenibilità ambientale e chiusura dei principali cicli ecologici (riuso e riciclo dei materiali, etc.), educazione alimentare, processi etici di produzione e consumo del cibo.
Abbiamo successivamente trattato la questione del NOME DEL GRUPPO, fase di lavoro che dovrà proseguire nei prossimi incontri al “Punto Luce”. In merito al nome, sono già emerse, da parte degli studenti, due proposte:
- OrtInsieme
- So(r)risOrto
07.02.17
L'incontrotenutosi,giorno 7 febbraio presso i locali del DISFOR, è stato suddiviso in tre parti, assegnando a ognuna di queste 30 minuti per la discussione.
La prima parte è stata dedicata al "Progetto Ecologico dell'Orto", al fine di fornire idee e conoscenze adeguate per la realizzazione di un Orto Ecosostenibile.
Sono cosi emerse quelle che sono le caratteristiche attese da un orto sostenibile, cioè il rispetto dell’ambiente e la possibilità di essere auto-sostenibile anche sotto il profilo delle risorse necessarie e dei rifiuti prodotti.
Per capire cosa si intende per Orto Ecologico sono state descritte le risorse di un orto, ovvero:
1. ACQUA
2. SUOLO
3. CONCIME
4. ENERGIA
5. SEMI
Un orto, affinché, possa essere ecosostenibile deve rispettare i cicli di queste risorse.
1. Alcune delle idee emerse al fine di ridurre l’utilizzo di acqua corrente per l’irrigazione dell’orto sono state: la possibilità di accumulare e utilizzare le acque meteoriche; depurare e riutilizzare una parte delle acque grigie prodotte dalla struttura e utilizzare dei riduttori di consumo.
2. La porzione di suolo destinata alla realizzazione dell’orto risulta limitata e le specie arboree presenti non facilitano la coltura. Per questo abbiamo discusso la possibilità di realizzare superfici verticali artificiali, tramite le colture idroponiche, così da estendere la superficie verde e utilizzarla anche come schermatura dalla strada.
3. Il tema del concime ci ha permesso di ragionare sull’idea e quindi sulle possibili modalità di trasformare uno scarto in risorsa. Gli scarti di tipo organico potrebbero essere riutilizzati tramite la raccolta in compostiere, anche artigianali, per la produzione di humus o terra fertile. I rifiuti inorganici come la plastica potrebbero, in parte, essere riutilizzati per la realizzazione di arredi urbani o inseriti nella raccolta differenziata. Questa, infatti, potrebbe diventare una risorsa importante, poiché vi potrà essere la possibilità di rivendere alcuni tipi di rifiuti da imballaggio e utilizzare il ricavato per finanziare l’orto stesso.
4.In merito al tema dell’energia, in particolare elettrica, si è discusso di quelle che potrebbero essere le soluzioni per la riduzione del fabbisogno interno alla struttura e dell’orto stesso. Un’idea, infatti, potrebbe essere quella di realizzare dei sistemi di verde verticale in corrispondenza delle pareti nord e ovest, con il duplice scopo diriparare e raffrescare all’esterno. Per il periodo estivo al fine di utilizzare l'orto e gli spazi esterni con maggior comfort si potrebbero realizzare delle coperture e quindi degli spazi ombreggiati.
5. L’ultima risorsa analizzata è stata quella dei semi e delle tipologie di piante che potrebbero essere utilizzate. Queste, infatti, potrebbero essere delle piante che non richiedono un eccessivo quantitativo di acqua, che producono frutti contenenti i semi stessi e che appartengono al nostro patrimonio autoctono. Sulla scelta delle piante abbiamo deciso di dedicare una particola attenzione anche alla composizione grafica del giardino e dell’orto; questo potrà avvenire tramite la scelta di diverse varietà cromatiche di piante e fiori da inserire sia nel terreno che sulle pareti verticali.
La seconda parte dell'incontro è stata dedicata al tema del plastico. Riguardo le dimensioni di quest'ultimo, si è discusso su quale sarebbe stata la giusta scala di rappresentazione per facilitare la lavorabilità e la verificabilità degli spazi e delle idee. Si è pensato che la scala di rappresentazione più opportuna potrebbe essere quella 1:20 e ci prepareremo al prossimo incontro con le mamme tramite la realizzazione della sola base planimetrica e della recinzione. Questo avverrà nel prossimo incontro, che si terrà giorno 17 Febbraio, alle ore 13:00, presso i locali del DICAR.
Nell'ultima parte dell'incontro sono stati mostrati i materiali fotografici raccolti dai vari gruppi sui bisogni e desideri emersi durante il precedente incontro al Punto Luce.
La prima parte è stata dedicata al "Progetto Ecologico dell'Orto", al fine di fornire idee e conoscenze adeguate per la realizzazione di un Orto Ecosostenibile.
Sono cosi emerse quelle che sono le caratteristiche attese da un orto sostenibile, cioè il rispetto dell’ambiente e la possibilità di essere auto-sostenibile anche sotto il profilo delle risorse necessarie e dei rifiuti prodotti.
Per capire cosa si intende per Orto Ecologico sono state descritte le risorse di un orto, ovvero:
1. ACQUA
2. SUOLO
3. CONCIME
4. ENERGIA
5. SEMI
Un orto, affinché, possa essere ecosostenibile deve rispettare i cicli di queste risorse.
1. Alcune delle idee emerse al fine di ridurre l’utilizzo di acqua corrente per l’irrigazione dell’orto sono state: la possibilità di accumulare e utilizzare le acque meteoriche; depurare e riutilizzare una parte delle acque grigie prodotte dalla struttura e utilizzare dei riduttori di consumo.
2. La porzione di suolo destinata alla realizzazione dell’orto risulta limitata e le specie arboree presenti non facilitano la coltura. Per questo abbiamo discusso la possibilità di realizzare superfici verticali artificiali, tramite le colture idroponiche, così da estendere la superficie verde e utilizzarla anche come schermatura dalla strada.
3. Il tema del concime ci ha permesso di ragionare sull’idea e quindi sulle possibili modalità di trasformare uno scarto in risorsa. Gli scarti di tipo organico potrebbero essere riutilizzati tramite la raccolta in compostiere, anche artigianali, per la produzione di humus o terra fertile. I rifiuti inorganici come la plastica potrebbero, in parte, essere riutilizzati per la realizzazione di arredi urbani o inseriti nella raccolta differenziata. Questa, infatti, potrebbe diventare una risorsa importante, poiché vi potrà essere la possibilità di rivendere alcuni tipi di rifiuti da imballaggio e utilizzare il ricavato per finanziare l’orto stesso.
4.In merito al tema dell’energia, in particolare elettrica, si è discusso di quelle che potrebbero essere le soluzioni per la riduzione del fabbisogno interno alla struttura e dell’orto stesso. Un’idea, infatti, potrebbe essere quella di realizzare dei sistemi di verde verticale in corrispondenza delle pareti nord e ovest, con il duplice scopo diriparare e raffrescare all’esterno. Per il periodo estivo al fine di utilizzare l'orto e gli spazi esterni con maggior comfort si potrebbero realizzare delle coperture e quindi degli spazi ombreggiati.
5. L’ultima risorsa analizzata è stata quella dei semi e delle tipologie di piante che potrebbero essere utilizzate. Queste, infatti, potrebbero essere delle piante che non richiedono un eccessivo quantitativo di acqua, che producono frutti contenenti i semi stessi e che appartengono al nostro patrimonio autoctono. Sulla scelta delle piante abbiamo deciso di dedicare una particola attenzione anche alla composizione grafica del giardino e dell’orto; questo potrà avvenire tramite la scelta di diverse varietà cromatiche di piante e fiori da inserire sia nel terreno che sulle pareti verticali.
La seconda parte dell'incontro è stata dedicata al tema del plastico. Riguardo le dimensioni di quest'ultimo, si è discusso su quale sarebbe stata la giusta scala di rappresentazione per facilitare la lavorabilità e la verificabilità degli spazi e delle idee. Si è pensato che la scala di rappresentazione più opportuna potrebbe essere quella 1:20 e ci prepareremo al prossimo incontro con le mamme tramite la realizzazione della sola base planimetrica e della recinzione. Questo avverrà nel prossimo incontro, che si terrà giorno 17 Febbraio, alle ore 13:00, presso i locali del DICAR.
Nell'ultima parte dell'incontro sono stati mostrati i materiali fotografici raccolti dai vari gruppi sui bisogni e desideri emersi durante il precedente incontro al Punto Luce.
17.02.17
Organizzazione per martedì 21 febbraio ore 9:30 - 12:00 al Punto Luce.
1. Prima fase: sintesi dell'incontro precedente al Punto Luce e scelta del nome finale che sintetizzeremo in un cartellone
2. Seconda fase: Proiezione delle immagini da voi selezionate sulla base di quanto emerso al primo incontro (orti, fiori, pareti verdi, panchine, etc.)
3. Dibattito collettivo per decidere: che materiali scegliamo tra quelli visti nella prima fase? per fare cosa? con quali riusciamo a fare le cose più facilmente? continuiamo a ragionare anche sull'importanza del riuso e anche del risparmio. Sintetizzeremo in un "abaco di oggetti" per l'orto
4. Lavoro in gruppo per realizzare alcuni pezzi di plastico (oltre quelli già preparati venerdì).
Ci divideremo in gruppi misti composti da studenti di ingegneria, formazione, mamme e papà.
In ciascun gruppo: gli studenti illustreranno cosa significa realizzare un modello in scala e il gruppo realizzerà alcuni elementi del modello, come quelli già visti venerdì (pallet con il cartoncino, copertoni con i tappi di bottiglia, etc.: domani manderemo una breve nota operativa per realizzare il tutto).
In gruppo realizziamo uno/due elementi, poi chiediamo alle mamme di realizzarne altri, in maggiore quantità, come "compiti".
1. Prima fase: sintesi dell'incontro precedente al Punto Luce e scelta del nome finale che sintetizzeremo in un cartellone
2. Seconda fase: Proiezione delle immagini da voi selezionate sulla base di quanto emerso al primo incontro (orti, fiori, pareti verdi, panchine, etc.)
3. Dibattito collettivo per decidere: che materiali scegliamo tra quelli visti nella prima fase? per fare cosa? con quali riusciamo a fare le cose più facilmente? continuiamo a ragionare anche sull'importanza del riuso e anche del risparmio. Sintetizzeremo in un "abaco di oggetti" per l'orto
4. Lavoro in gruppo per realizzare alcuni pezzi di plastico (oltre quelli già preparati venerdì).
Ci divideremo in gruppi misti composti da studenti di ingegneria, formazione, mamme e papà.
In ciascun gruppo: gli studenti illustreranno cosa significa realizzare un modello in scala e il gruppo realizzerà alcuni elementi del modello, come quelli già visti venerdì (pallet con il cartoncino, copertoni con i tappi di bottiglia, etc.: domani manderemo una breve nota operativa per realizzare il tutto).
In gruppo realizziamo uno/due elementi, poi chiediamo alle mamme di realizzarne altri, in maggiore quantità, come "compiti".